72 mattonelle x 36

9:05 AM Unknown 0 Comments

"...poi finisco di studiare, mi trasferisco a Milano e divento un interior designer, a Milano è meglio, hai più opportunità." La panchina da 4 o 5 file di sedie, sempre le stesse, fissavamo il pavimento quasi a fissare i pensieri e poi ridevi, come a sapere che non sarebbe mai andata così perché tu non ci saresti stato. Le mattonelle verdine. Le contavi ogni giorno per ovviare la noia, la noia di quel triste corridoio. Il distributore, le merendine e i caffè. 
"Ma che ha fatto quella tua amica?" - "Niente Pà lei è così" , l'avevi già capito. Io l'ho capito 4 anni dopo di te. 
Ho capito che non c'è nulla che ci tiene ancorato a nulla, ho capito che non siamo di nessuno e non abbiamo nessuno, non abbiamo neanche i nostri genitori, altrimenti a te io ti avrei tenuto stretto. 
Ho capito che la cosa che possiamo fare per noi è imparare ad accettare di essere liberi e sorridere al nulla che ci accarezza il viso, perché solo il nulla è certo, non lo siamo neanche noi. Non siamo certi delle nostre scelte, delle nostre vite, non sappiamo neanche cosa sia essere felici e ci rimane comodo dimostrare l'infelicità, così, ormai per abitudine. Ho capito che la sicurezza non viene dal dimostrare di essere forti, ma dall'avere dignità nel mostrare le nostre fragilità. 
Ho capito perché sorridevi sempre; è l'unica arma che abbiamo contro il grigio degli altri, contro le lamentele, contro le cattiverie, tu sorridevi e basta; al limite ti chiudevi in sala, di fronte la televisione, del resto come faccio io ora con questo computer mentre parlo e scrivo di te, mentre penso che oggi l'unica cosa che davvero vorrei fare è affacciarmi alla porta del tuo regno e di sfuggita augurarti una buona festa del papà.

Baci 

La Nina

"...poi finisco di studiare, mi trasferisco a Milano e divento un interior designer, a Milano è meglio, hai più opportunità."...

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