Nina

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Nina - 2013
Sarà stato il nome, e poi di lì la scelta, discutibile o meno, di andare a dormire dopo aver visto "Nina", lungometraggio di Elisa Fuksas, distribuito dalla Fandango. 

Ci ritroviamo immersi in una Roma d'agosto,  nel quartiere dell'Eur. Veniamo trasportati nella realtà di questa ragazza divisa tra interessi, un amore che si vuole negare, incontri, persone, giorni e notti. Un'intervallo di crescita che portano Nina  ad una inaspettata consapevolezza: quella del sentire e del sentirsi.
 

Vi riporto qui, come mio solito, la frase più bella ed emblematica del lungometraggio.

"Un desiderio per tutte le cose che devo lasciare andare, che devo dimenticare,
perchè lo spazio è poco ed in viaggio si va leggeri,
per il tempo che ho trascurato, annoiato, annullato,
per i piaceri che non ho voluto conoscere e per quello che non ho capito come dare.

Un desiderio è come una carezza alla vita che non ho sentito, un desiderio per le storie degli altri, per chi resta e chi va e per cosa voglio oggi,
nelle ossa vorrei sentire la mia mancanza, la mia necessità,
quindi cosa voglio?
Una camera con vita, romanticismo, persone, cose, un viaggio, il mare, la leggerezza dell'alba, una vita con qualcuno,una vita per qualcuno, cosa vorrei stasera?
Una dedica, una promessa, una carezza, quella carezza, le cose che non ho e quelle che non so.
Ho sempre pensato che il futuro è il posto più bello sulla faccia della Terra
voglio il futuro allora, ho solo un testimone: la certezza di aver vissuto.
Voglio tutto questo, voglio tutto, ma soprattutto voglio sentire, voglio sentirmi..."
Sentire: avere percezione, avvertire sentimenti e sensazioni, per noi stessi.

Buongiorno, anche a chi il film non piacerà.

Baci 

La Nina

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